Anastasio - Il Rap Conscious diventa Mainstream
- Giorgio Olimpo
- 16 dic 2018
- Tempo di lettura: 3 min

“Lo faccio per passione, come Maurizio Sarri Niente giacca e cravatta, come Maurizio Sarri Sto con la barba sfatta, come Maurizio Sarri Hasta la revolución, come Maurizio Sarri”
Questi versi, in un certo senso, possono riassumere il percorso di Marco Anastasio ad XFactor 2018. Si è presentato alle audizioni con un brano che, qualche anno fa, avrebbe fatto storcere il naso a molti. Dapprima sottovalutato, particolarmente da un pubblico che predilige l’immagine e la vocalità dei concorrenti, quella di Anastasio è stata un’ascesa trionfale.
Puntata dopo puntata, “Nasta”, è riuscito a raccontare e a raccontarsi e lo ha sempre fatto evocando immagini capaci di coinvolgere, in grado di trasportare in un’altra dimensione, l’ascoltatore. Forse non la qualità, forse non il flow, ma, probabilmente, proprio l’inchiostro riversato dalla sua penna sul taccuino, è stato l’elemento in grado di trascinare il rapper di Meta di Sorrento sul gradino più alto del podio del Talent Show e delle classifiche italiane.
Oltre a sfornare un pezzo a settimana, è stato, cosa ancor più notevole, in grado di reggere il confronto con artisti che hanno fatto la storia della musica italiana ed internazionale. Dalla reinterpretazione di “Generale” di Francesco De Gregori a quella di “Mio fratello è figlio unico” di Rino Gaetano, passando da “Stairway to Heaven” dei Led Zeppelin e “Another Brick in the Wall” dei Pink Floyd.

Forse, ad aver conquistato il pubblico, oltre alle qualità sopracitate, è stato il fatto di aver presentato qualcosa di nuovo, qualcosa che in Italia mancava, o, per meglio dire, non era possibile trovare all’interno del circuito mainstream. Sia chiara una cosa, di artisti eccellenti nel nostro paese ce ne sono eccome. Caparezza, Rancore e Murubutu, per esempio, sono solo alcuni degli artisti che fanno della scrittura il loro punto di forza e che portano, nei loro lavori, testi con significati che richiedono più di un ascolto per poter essere compresi appieno e, a causa di questo motivo, non sempre vengono apprezzati e non sempre riescono a scalare le tanto decantate classifiche, le quali, bisogna ricordarlo, non per forza rispecchiano le qualità di un artista.
Del suo repertorio, ciò che più ha colpito è stato, senza alcun dubbio, l’inedito, scritto già prima del talent e grazie a quest’ultimo diventato virale. “La fine del Mondo” narra della forza ansiogena delle “cose normali”, presupposto che spinge a preferire emozioni più forti, al punto di arrivare ad immaginare e desiderare che qualora dovesse arrivare la fine, questa dovrà essere grandiosa, qualcosa di eccezionale e catastrofico allo stesso tempo, in stile hollywoodiano.
Di seguito alcune frasi che hanno segnato il percorso di Anastasio nel corso degli ultimi mesi:
“abbatto la clessidra orizzontale per fermare il tempo, a patto che smettiate di soffiare per cambiare il vento”
“ma voi davvero volete le cose semplici, inflazionarvi le emozioni con i pezzi sempre identici”
“io sono stanco delle cose normali, di certo non mi alzo dal letto per cose normali”
“Non sento manco l’aria in faccia mentre cado giù”
“Ma sono io che striscio tra le sterpaglie, e guardo da vicino come fischiano i proiettili”
“E la cosa più tremenda della guerra, è che è bella anche se muoiono a milioni”
“E mente se dice che tace perché non c’ha niente di meglio da dire”
“E la tua pelle era un tessuto, l'avrei sempre indossata, che fosse seta o velluto, che fosse carta vetrata”
“Ma se stessimo a pensarci un secondo di meno, e strappassimo il velo, vedremmo una scala salire e trafiggere il cielo. Staremmo lì a discutere se dietro le nuvole c'è davvero il paradiso o si cade nel nero”
“Il problema non è mica l'atterraggio, è la caduta, mi servirebbe quel coraggio per rincorrere una cosa già perduta”

Comments