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Oscar Niemeyer - La Sede del PCF e la Mondadori di Segrate



Non sono attratto dagli angoli, né dalle linee rette. Sono attratto dalle curve libere e sensuali: le curve che trovo nelle montagne del mio paese, nei suoi fiumi sinuosi e nel corpo della donna amata

Il 5 dicembre 2012, all’età di 104 anni, è morto Oscar Niemeyer. Nato nel 1907, anno in cui a Londra entrano in funzione i primi taxi con tassametro, anno in cui Maria Montessori apre la sua prima scuola a Roma, stesso anno in cui Picasso dipinge Les demoiselles d’Avignon. Siamo negli anni in cui inizia anche ad espandersi l’utilizzo del cemento armato, il quale, usato in un primo momento per fabbricare oggetti come fioriere, scopre nuove modalità d’uso grazie al genio di Le Corbusier.

Progettista di alcuni dei più noti edifici modernisti del Ventesimo secolo, l’architetto brasiliano accrebbe la sua fama a livello internazionale in seguito alla progettazione del Palazzo di vetro, quartier generale delle Nazioni Unite a New York, e la maestosa realizzazione della capitale della sua terra natale tra gli anni ’40 e gli anni ‘50: Brasilia.



Numerose sono le opere di cui potremmo discutere e, probabilmente, in futuro, avremo modo di approfondirle. Oggi, però, sono due le architetture che affronteremo, entrambe realizzate lontano dal Sudamerica: la Sede del Partito Comunista Francese di Parigi e Palazzo Mondadori a Segrate.


Sede del Partito Comunista Francese – 1955

Niemyer lavorò ai progetti parigini insieme all’ingegnere Jean Prouvè, a Jean de Roche e all'architetto Paul Chemetov. Roland Leroy, ex direttore del quotidiano del PCF L'Humanité, ricorda: "Il sito è triangolare con una leggera inclinazione e in punto sfiora Place du Colonel-Fabien”. Niemeyer collocò la struttura principale un po' arretrata per ampliare la prospettiva e nascondere la bruttezza degli edifici circostanti. Davanti costruì una cupola parzialmente interrata e collegata da un passaggio sotterraneo. Questa, pensata a uso del Comitato Centrale Partito Comunista, è un tema ricorrente nell'architettura di Niemeyer. A suo interno è rivestita con strisce di alluminio che nascondono le fonti luminose. Dietro cupola, le linee curve della facciata sinuosa ricordano i volumi dell'Edificio Copan ed evocano una bandiera dispiegata al vento della storia. La facciata continua, levigata e trasparente, è frutto della collaborazione con Jean Prouvé, un altro grande dell'architettura del XX secolo". Forse per il fatto di avere progettato l'edificio per i "compagni" del partito comunista francese, Oscar Niemeyer sembra parlare con piacere della sede parigina. "Ricordo il giorno in cui il Presidente Georges Pompidou organizzò un pranzo per tutti gli architetti che formavano la giuria del concorso per il Centro Pompidou. A un certo punto qualcuno a tavola elogiò la nuova sede del PCF e Pompidou, apertamente di destra, fu costretto ad ammettere: 'Si, è l'unica cosa buona che quei Rossi abbiano mai fatto'.” Era un tributo doveroso: tutti ammiravano quell'edificio.




Palazzo Mondadori - 1968

Nonostante la sua dichiarata fede comunista, Oscar Niemeyer costruii diversi monumenti al capitalismo , soprattutto in Italia. La sede della casa editrice Mondadori a Segrate, Milano, fu realizzata su richiesta dello stesso Giorgio Mondadori e si ispirò a Palazzo Itamaraty di Brasilia. Dopo aver sperimentato vari progetti, l'architetto e il committente decisero di collocare gli uffici in un singolo edificio rettangolare, con un portico in cemento armato di 200 metri. Cinque piani di uffici trovano posto all'interno di una struttura in vetro e metallo. Forse a causa delle sue dimensioni, il complesso non possiede tutta l'innata raffinatezza di palazzo Itamaraty e pure il tocco sapiente di Niemeyer è visibile ovunque. Un lago artificiale di 2 ettari riflette l'intera composizione delle decorazioni aggiuntive, come la monumentale scultura di Arnaldo Pomodoro. Le redazioni dei quotidiani Mondadori sono collocate l'interno di una struttura bassa sul retro il volume principale. A conferma dell'interesse di Niemeyer per l'associazione di arte e architettura del paesaggio nei suoi lavori, Il progetto dei giardini della sede Mondadori fu affidato a Pietro Porcinai, il quale dichiarò che “la maggioranza degli architetti ha abbandonato, per vigliaccheria o denaro, il mondo delle cose costruite in armonia con la natura, creando città e periferie orribili. Tocca agli architetti del paesaggio rimediare, ma questo richiede professionisti capaci di riflettere prima di agire”.




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