Sabbioneta, l'opera rinascimentale di Vespasiano Gonzaga
- Giorgio Olimpo
- 12 gen 2019
- Tempo di lettura: 5 min
Sabbioneta è, probabilmente, il centro monumentale più ricco di tutta la provincia mantovana, tanto da essere chiamata la “piccola Atene”. La città fu creata nella seconda metà del ‘500 da Vespasiano Gonzaga, ambizioso principe, nato da uno dei rami cadetti della numerosissima famiglia. Avendo egli ereditato alcune terre periferiche del mantovano, decise di distruggere il modesto villaggio di Sabbioneta per poter edificare, seppur in ridotte dimensioni, una città ideale concepita, da lui personalmente, secondo i criteri di una razionalità di provenienza umanistica e concretata in seguito nel gusto estetico tardo rinascimentale.
Ancora oggi Sabbioneta si presenta in massima parte come l'opera di Vespasiano, di cui rispecchia la robusta personalità d'impronta tutta italiana e arricchita dai numerosi viaggi compiuti in molti paesi d’Europa e dai rapporti politici e culturali avuti con la Spagna.

Chiusa da una cinta di mura di pianta stellare, consta di un tracciato di vie tranquille che si intersecano ad angolo retto, con una nobile piazza sulla quale si affacciano la chiesa maggiore e il Palazzo Ducale. Di grande interesse sono le altre costruzioni antiche sabbionetane, nei cui interni gli ambienti si susseguono con mirabile dovizia di decorazioni, svolte in prevalenza d'artisti lombardi, emiliani e della scuola veneziana.
Ma Sabbioneta possiede anche edifici che risultano posteriori all'epoca del suo fondatore e attestano quindi come la vita impressa da Vespasiano si sia protratta, nel luogo, per qualche tempo dopo la sua morte: palazzetti di gentiluomini, chiese seicentesche, una sinagoga, ricordo di una comunità israelitica che, protetta dal principe, ebbe vita culturale rimarchevole.
La città rappresenta quindi il più completo esempio di una raffinata sede ducale cinquecentesca. Il suo nome richiama alla mente l'idea della sabbia e, probabilmente, proprio una desolata landa sabbiosa doveva essere il luogo dove sorse poi la cittadina. Si dice anche che sia stata così chiamata da San Sabino, il quale predicò in questi luoghi; ciò nonostante la prima ipotesi resta quella più accreditata. Certo è che La fondazione fu molto antica: Sabbioneta era stazione romana al tempo dell'impero come dimostrano numerosi reperti.

Vespasiano ne fece una corte splendida, vi riunì i letterati e gli artisti più famosi e gli uomini più illustri. Alla sua morte, non avendo egli eredi diretti, la città, che nel 1577 aveva ottenuto il titolo ducale, divenne feudo di varie famiglie, finché nel 1748 fu annessa all’Austria.
Le vicissitudini accorse immediatamente alla morte di Vespasiano, soprattutto l'annosa questione della successione del piccolo ducato, che divise gli eredi per circa un secolo, nonché il dominio austriaco e poi napoleonico, privarono la città di importanti edifici, quali la rocca, l'armeria e le mezzelune esterne al circuito murario.
Spoliazioni e confische, in primis la deportazione della collezione antiquaria all'Accademia di Mantova nel 1772 per decreto teresiano e l'incendio della Sala dei Cavalli a Palazzo Ducale nel 1815, privarono la città di alcuni prestigiosi arredi. Resta però cospicuo il patrimonio promosso e riqualificato negli ultimi 25 anni grazie ad una politica di recupero e valorizzazione.
Dal 7 luglio 2008 Sabbioneta è entrata, assieme a Mantova, nell'elenco dei patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO per la sua eccezionalità di città di nuova fondazione costruita in poco più di trent'anni per volontà del principe. Secondo l'UNESCO Sabbioneta rappresenta un perfetto esempio di applicazione delle teorie rinascimentali su come vada progettata una città ideale.

Porta della Vittoria e Porta Imperiale
Porta della Vittoria costituiva il principale accesso alla città. Costruita intorno al 1565, è la più antica delle due porte cittadine ed è collocata ad ovest, rivolta verso la Lombardia spagnola. Una lapide posta sulla facciata rivela la ragione principale della sua costruzione: “Vespasiano Marchese di Sabbioneta e suo fondatore volle chiamarla Porta Vittoria in segno di buon augurio".
Edificata nel 1579, Porta Imperiale venne modificata nella prima metà del XIX secolo con la costruzione dell'attuale timpano superiore che sostituì l'originaria loggia su pilastri, del tutto simile a quella di Porta Vittoria.
Palazzo Giardino
Detto anche Palazzo d'Estate, di cui possiamo ammirare l'atrio che presenta eleganti volte a lacunari, se all'esterno appare come una modesta casa a due piani, internamente palesa tutto il fasto per cui il duca amava dimorarvi nelle giornate di svago. Cominciato nel 1568, il palazzo è una successione di stanze decorate da raffinati affreschi a soggetto mitologico o romano, da stucchi e grottesche, fedele espressione del gusto personale di Vespasiano. Abbellito all'esterno da un ricco cornicione scolpito In legno di quercia, il palazzo, che prese il nome dal giardino retrostante, presenta a destra un passaggio che costituiva la comunicazione con il castello, demolito nel 1794, e immetteva direttamente nella parte riservata all'armeria. Affrescato a grottesche dal Fornaretto e ornato da eleganti volte a stucchi è il Gabinetto delle Grazie.

Galleria degli Antichi
Imponente costruzione in mattoni con porticato di 26 arcate, a cui corrispondono altrettanti archi chiusi al piano superiore. Eretta tra il 1583 e il 1584, presenta pareti affrescate, da Pietro Martire Pesenti e da Giovanni e Cherubino Alberti, e un bel soffitto ligneo. Questa galleria, dove vespasiano aveva riunito numerosi capolavori, tra cui busti marmorei, statue romane e greche, bassorilievi, sottratti dal rodomonte durante il sacco di Roma e poi trasportati a Mantova nel 1774 per volere di Maria Teresa d’Austria, costituisce un vero trionfo dell’arte pittorica che richiama alla memoria la corte papale e quella dei re di Francia, entrambe note per il loro fasto.
Colonna di Minerva
Al centro di Piazza d’Armi si erge una colonna romana, con base e capitello in bronzo, opera di Andrea Cavalli, risalente al 1584. La colonna è sormontata da una statua di Minerva, proveniente, probabilmente, dal sacco di Roma del 1527.
Teatro all'Antica
Progettato su disegno di Vincenzo Scamozzi, il quale lo considerava il suo capolavoro, presenta una pianta rettangolare, con la scena fissa demolita nel secolo scorso e sostituita da un palco. Fu il primo teatro coperto costruito appositamente fin dalle fondamenta. Moderni restauri hanno riportato alla luce gli affreschi di scuola veneta che ornavano le pareti. All'esterno Il teatro all’antica, detto anche teatro olimpico, presenta una facciata in purissimo stile classico di grande eleganza nella linea architettonica e nelle figure.
Santuario dell'Incoronata
La Chiesa della Beata Vergine Incoronata, eretta tra il 1586 e il 1588 come cappella palatina e pantheon per la dinastia del Duca di Sabbioneta, spicca tra gli edifici della cittadina come una presenza imponente e austera, quasi simile a una fortezza. I visitatori restano sorpresi nel varcare la soglia e scoprire un interno elegante, luminoso e riccamente decorato. L’intera superficie interna reca una sfarzosa decorazione settecentesca a trompe-l’oeil che provoca uno slancio verso la luce proveniente dalla lanterna, collocata a 38 metri di altezza. La ricca ornamentazione interna è opera di Clemente Isacci e Francesco Borelli, allievi dell’illustre maestro Antonio Galli Bibiena.
La Chiesa contiene la tomba-mausoleo del Duca Vespasiano.
In basso una galleria di immagini di Sabbioneta:
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